IL  CENTRO  DIURNO  DISABILI
19.12.13

CELEBRA  NATALE  IN  PARROCCHIA

«Voglio iniziare la mia visita ad Assisi con voi, vi saluto tutti! Ed è giusto partire da qui.

San Francesco, nel suo Testamento, dice: «Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi: e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo»

La società purtroppo è inquinata dalla cultura dello “scarto”, che è opposta alla cultura dell’accoglienza. E le vittime della cultura dello scarto sono proprio le persone più deboli, più fragili.

Moltiplichiamo le opere della cultura dell’accoglienza, opere anzitutto animate da un profondo amore cristiano, amore a Cristo Crocifisso, alla carne di Cristo, opere in cui si uniscano la professionalità, il lavoro qualificato.

Servire con amore e con tenerezza le persone che hanno bisogno di tanto aiuto ci fa crescere in umanità, perché esse sono vere risorse di umanità..

San Francesco era un giovane ricco, aveva ideali di gloria, ma Gesù, nella persona di quel lebbroso, gli ha parlato in silenzio, e lo ha cambiato;

gli ha fatto capire ciò che vale veramente nella vita: non le ricchezze, la forza delle armi, la gloria terrena, ma l’umiltà, la misericordia, il perdono.

Cari fratelli e sorelle, voglio leggervi qualcosa di personale, una delle più belle lettere che ho ricevuto, un dono di amore di Gesù.

Me l’ha scritta Nicolás, un ragazzo di 16 anni, disabile fin dalla nascita, che abita a Buenos Aires. Ve la leggo:

«Caro papa Francesco: sono Nicolás ed ho 16 anni; siccome non posso scriverti io (perché ancora non parlo, né cammino), ho chiesto ai miei genitori di farlo al posto mio, perché loro sono le persone che mi conoscono di più.

Ti voglio raccontare che quando avevo 6 anni, fatto la prima Comunione e quest’anno, in novembre, riceverò la Cresima, una cosa che mi dà molta gioia.

Tutte le notti, da quando tu me l’hai chiesto, io domando al mio Angelo Custode di custodirti e di aiutarti. Stai sicuro che lo fa molto bene perché ha cura di me e mi accompagna tutti i giorni!... ».

In questa lettera, nel cuore di questo ragazzo c’è la bellezza, l’amore, la poesia di Dio.

Dio che si rivela a chi ha il cuore semplice, ai piccoli, agli umili, a chi noi spesso consideriamo ultimi, anche a voi, cari amici:

quel ragazzo quando non riesce ad addormentarsi gioca con il suo Angelo Custode; è Dio che scende a giocare con lui.

Lo stesso Gesù che adoriamo nel Sacramento, lo incontriamo nel fratello più fragile, dal quale impariamo, senza barriere e complicazioni, che Dio ci ama con la semplicità del cuore.

Noi siamo fra le piaghe di Gesù! Queste piaghe hanno bisogno di essere ascoltate, di essere riconosciute.

E mi viene in mente quando il Signore Gesù andava in cammino con quei due discepoli tristi. Il Signore Gesù, alla fine, ha fatto vedere le sue piaghe e loro hanno riconosciuto Lui. Poi il pane, dove Lui era lì.

Anche quel pane ha bisogno di essere ascoltato, perché Gesù è presente e nascosto dietro la semplicità e la mitezza di un pane. E qui è Gesù nascosto in questi ragazzi, in questi bambini, in queste persone. Sull’altare adoriamo la Carne di Gesù; in loro troviamo le piaghe di Gesù. Gesù nascosto nell’Eucaristia e Gesù nascosto in queste piaghe. Hanno bisogno di essere ascoltate!   

E qui è Gesù nascosto in questi ragazzi, in questi bambini, in queste persone. Sull’altare adoriamo la Carne di Gesù;

in loro troviamo le piaghe di Gesù. Gesù nascosto nell’Eucaristia e Gesù nascosto in queste piaghe. Hanno bisogno di essere ascoltate!   

Devono essere ascoltate da quelli che si dicono cristiani. Il cristiano adora Gesù, il cristiano cerca Gesù, il cristiano sa riconoscere le piaghe di Gesù.

E oggi, tutti noi, qui, abbiamo la necessità di dire: “Queste piaghe devono essere ascoltate!”.

Ma c’è un’altra cosa che ci dà speranza. Gesù è presente nell’Eucaristia, Gesù è presente nel vostro corpo, è la Carne di Gesù: queste persone sono le piaghe di Gesù!»
PAPA FRANCESCO
Assisi Venerdì, 4 ottobre 2013